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Progetti


Asilo Nido Narzole
Architettura
Un asilo come rifugio, un castello pensato per proteggere i più piccoli nella loro fragilità. La sicurezza diventa spazio, accoglienza, morbidezza: un luogo che avvolge senza chiudere, che custodisce senza limitare.
L'architettura è anche gioco, immaginazione, memoria. Come i castelli di sabbia che tutti abbiamo costruito da bambini, è un simbolo di libertà creativa, di scoperta tattile, di sogni modellati con le mani.
Qui, protezione e fantasia si fondono. È una fortezza che non isola, ma accoglie. Un primo orizzonte di crescita, dove il bambino si sente al sicuro per poter esplorare il mondo.
Un asilo come rifugio, un castello pensato per proteggere i più piccoli nella loro fragilità. La sicurezza diventa spazio, accoglienza, morbidezza: un luogo che avvolge senza chiudere, che custodisce senza limitare.
L'architettura è anche gioco, immaginazione, memoria. Come i castelli di sabbia che tutti abbiamo costruito da bambini, è un simbolo di libertà creativa, di scoperta tattile, di sogni modellati con le mani.
Qui, protezione e fantasia si fondono. È una fortezza che non isola, ma accoglie. Un primo orizzonte di crescita, dove il bambino si sente al sicuro per poter esplorare il mondo.


Retrofit Borgata Chesta
Architettura
Il progetto di recupero della borgata Chesta, nel comune di San Damiano Macra, necessita un’attenta riflessione sul tema dell’identità locale dell’architettura, a fronte del dualismo tra tradizione e innovazione.
Simbolo della resistenza e del patrimonio architettonico e paesistico in abbandono, è immagine tangibile delle relazioni tra valori naturali e antropici.
Il ripristino di una parte della borgata, sarà configurato nel segno dell’identità del luogo, della sostenibilità dell’intervento, della qualità ambientale e sociale, della conservazione e valorizzazione del patrimonio architettonico e paesistico.
Nello specifico, si tratta di edifici che, non rispondono alle esigenze dell’abitare contemporaneo e la loro ristrutturazione richiede un adeguamento alle normative; il ripristino di parte della borgata verrà condotto senza cambiare il loro aspetto esteriore, di snaturarne il carattere, e quindi di modificare gli equilibri formali, i rapporti fra pieni e vuoti, i colori e i materiali che contraddistinguono l’aspetto della borgata che appartiene all’immaginario collettivo dei suoi abitanti.
Il progetto di recupero della borgata Chesta, nel comune di San Damiano Macra, necessita un’attenta riflessione sul tema dell’identità locale dell’architettura, a fronte del dualismo tra tradizione e innovazione.
Simbolo della resistenza e del patrimonio architettonico e paesistico in abbandono, è immagine tangibile delle relazioni tra valori naturali e antropici.
Il ripristino di una parte della borgata, sarà configurato nel segno dell’identità del luogo, della sostenibilità dell’intervento, della qualità ambientale e sociale, della conservazione e valorizzazione del patrimonio architettonico e paesistico.
Nello specifico, si tratta di edifici che, non rispondono alle esigenze dell’abitare contemporaneo e la loro ristrutturazione richiede un adeguamento alle normative; il ripristino di parte della borgata verrà condotto senza cambiare il loro aspetto esteriore, di snaturarne il carattere, e quindi di modificare gli equilibri formali, i rapporti fra pieni e vuoti, i colori e i materiali che contraddistinguono l’aspetto della borgata che appartiene all’immaginario collettivo dei suoi abitanti.


Retrofit San Bartolomeo
Architettura
La proposta progettuale si fonda sulla volontà di creare una forte relazione con il contesto naturalistico in cui si inserisce l’area di intervento, valorizzando gli elementi di naturalità e le potenzialità del territorio e sviluppando un’idea di struttura turistico ricettiva aperta a tutti e connotata da un profondo rapporto con la natura e il paesaggio.
La soluzione elaborata si sviluppa attorno alla ristrutturazione di un edificio su tre livelli fuori terra (Casa Granda), appartenente al tessuto storico del paese e l’affiancamento di nuove costruzioni prefabbricate su terreno agricolo adiacente. Completa la riqualificazione una stazione/Bike Hub per biciclette, orti, un vigneto e un percorso naturalistico attrezzato con mini case, intorno alle quali si sono organizzati servizi di supporto alle attività escursionistiche.
La proposta progettuale si fonda sulla volontà di creare una forte relazione con il contesto naturalistico in cui si inserisce l’area di intervento, valorizzando gli elementi di naturalità e le potenzialità del territorio e sviluppando un’idea di struttura turistico ricettiva aperta a tutti e connotata da un profondo rapporto con la natura e il paesaggio.
La soluzione elaborata si sviluppa attorno alla ristrutturazione di un edificio su tre livelli fuori terra (Casa Granda), appartenente al tessuto storico del paese e l’affiancamento di nuove costruzioni prefabbricate su terreno agricolo adiacente. Completa la riqualificazione una stazione/Bike Hub per biciclette, orti, un vigneto e un percorso naturalistico attrezzato con mini case, intorno alle quali si sono organizzati servizi di supporto alle attività escursionistiche.


Castello di Borgomale
Architettura
Il castello o meglio la casaforte di Borgomale, poggiato su uno zoccolo tra i torrenti Berria e Belbo, è situato nel borgo omonimo dell’alta Langa.
Borgomale, “il borgo delle mele”, come testimonia lo stemma comunale recante la riproduzione di piantine di melo.
Il progetto di recupero intende trasformare il castello in una prestigiosa dimora storica con funzione di albergo polifunzionale. Il progetto prevede la creazione di un ambiente esclusivo che unisce il fascino della storia al comfort moderno. Al piano terra sorgeranno un raffinato ristorante e una spa attrezzata, completa di piscina esterna panoramica. I piani superiori ospiteranno eleganti camere e suite, offrendo agli ospiti un’esperienza unica all’insegna del relax e della cultura.
Il castello o meglio la casaforte di Borgomale, poggiato su uno zoccolo tra i torrenti Berria e Belbo, è situato nel borgo omonimo dell’alta Langa.
Borgomale, “il borgo delle mele”, come testimonia lo stemma comunale recante la riproduzione di piantine di melo.
Il progetto di recupero intende trasformare il castello in una prestigiosa dimora storica con funzione di albergo polifunzionale. Il progetto prevede la creazione di un ambiente esclusivo che unisce il fascino della storia al comfort moderno. Al piano terra sorgeranno un raffinato ristorante e una spa attrezzata, completa di piscina esterna panoramica. I piani superiori ospiteranno eleganti camere e suite, offrendo agli ospiti un’esperienza unica all’insegna del relax e della cultura.


Centro Polifunzionale per la Famiglia
Architettura
Il centro polifunzionale verrà realizzato in continuità dell’asilo con sviluppo perpendicolare e facciata principale rivolta ad est sulla piazza Papa Giovanni Paolo II.
Il centro polifunzionale è dimensionato per accogliere un totale di max 200 persone.
Il nuovo edificio è ad un unico piano fuori terra per una superficie lorda di pavimento di 495 mq. L’area esterna che si affaccia su piazza Giovanni Paolo II, sarà adeguatamente sistemata e attrezzata per consentire un permanente svolgimento, anche all’aperto, delle attività.
L’edificio è stato concepito come un organismo architettonico integrato, tale che gli utenti finali possano correttamente e agevolmente usufruire, attraverso le zone distributive, di tutti gli ambienti, comprese le aree esterne, in quanto l’insieme è concepito per una fruibilità omogenea e integrata.
A livello distributivo si cercherà di dotare la struttura di un principale open-space, pareti e/o arredi mobili, in modo tale da creare ambienti versatili di metratura utile in caso di eventi che potranno essere programmati all’interno del centro polifunzionale.
Il centro polifunzionale verrà realizzato in continuità dell’asilo con sviluppo perpendicolare e facciata principale rivolta ad est sulla piazza Papa Giovanni Paolo II.
Il centro polifunzionale è dimensionato per accogliere un totale di max 200 persone.
Il nuovo edificio è ad un unico piano fuori terra per una superficie lorda di pavimento di 495 mq. L’area esterna che si affaccia su piazza Giovanni Paolo II, sarà adeguatamente sistemata e attrezzata per consentire un permanente svolgimento, anche all’aperto, delle attività.
L’edificio è stato concepito come un organismo architettonico integrato, tale che gli utenti finali possano correttamente e agevolmente usufruire, attraverso le zone distributive, di tutti gli ambienti, comprese le aree esterne, in quanto l’insieme è concepito per una fruibilità omogenea e integrata.
A livello distributivo si cercherà di dotare la struttura di un principale open-space, pareti e/o arredi mobili, in modo tale da creare ambienti versatili di metratura utile in caso di eventi che potranno essere programmati all’interno del centro polifunzionale.


Montegiarolo
architectural visualization


Berto design
Digital Exhibit
Nell’ambito del Master in Architettura Digitale dell’Università IUAV di Venezia, è stato sviluppato un contributo specifico alla mostra New Craft, incentrato sulla progettazione parametrica e la stampa 3D. Il lavoro ha riguardato la realizzazione di uno stelo, progettato attraverso tecniche avanzate di design computazionale, sul quale è stato disteso il materiale della Berto: un jeans elastico che, grazie alla sua conformazione, esalta le sue straordinarie qualità e forme.
Nel quadro delle mostre che compongono la 21ª Esposizione Internazionale della Triennale di Milano, alla Fabbrica del Vapore, New Craft rappresenta un punto di incontro tra nuove tecnologie e manifattura.
Accanto agli oggetti realizzati dai giovani under 35 – tra cui molti studenti di facoltà di design provenienti da tutto il mondo, selezionati attraverso la open call lanciata dalla Triennale nei mesi scorsi – la mostra New Craft presenta una rassegna di oggetti e aziende manifatturiere, evidenziando la “rivoluzione tecnologica” che ha trasformato il modo di progettare e produrre.
Nell’ambito del Master in Architettura Digitale dell’Università IUAV di Venezia, è stato sviluppato un contributo specifico alla mostra New Craft, incentrato sulla progettazione parametrica e la stampa 3D. Il lavoro ha riguardato la realizzazione di uno stelo, progettato attraverso tecniche avanzate di design computazionale, sul quale è stato disteso il materiale della Berto: un jeans elastico che, grazie alla sua conformazione, esalta le sue straordinarie qualità e forme.
Nel quadro delle mostre che compongono la 21ª Esposizione Internazionale della Triennale di Milano, alla Fabbrica del Vapore, New Craft rappresenta un punto di incontro tra nuove tecnologie e manifattura.
Accanto agli oggetti realizzati dai giovani under 35 – tra cui molti studenti di facoltà di design provenienti da tutto il mondo, selezionati attraverso la open call lanciata dalla Triennale nei mesi scorsi – la mostra New Craft presenta una rassegna di oggetti e aziende manifatturiere, evidenziando la “rivoluzione tecnologica” che ha trasformato il modo di progettare e produrre.


Alfie re//skin
Architettura&Design
Il progetto si colloca all’interno dell’ambito di un intervento di retrofit energetico o cladding (relativo a costruzioni ex novo) per facciate opache alla scala architettonica e urbana.
Alfie re//skin è stato pensato come un sistema innovativo per la coltivazione di microrganismi algali all’interno di camere di crescita. I requisiti necessari alla costruzione di questo progetto hanno permesso di acquisire tutta una serie di prestazioni quali l’ombreggiamento, l’isolamento acustico, abbattimento del diossido di carbonio, purificazione dell’acqua etc.
Nello specifico, il sistema tecnologico si avvale di una morfologia geometrica con l’obiettivo di voler migliorare alfie 1.0 attraverso l’utilizzo di software open source come già descritto nelle pagine precedenti.
Oltre a soddisfare requisiti funzionali, creando un involucro che assolve diverse funzioni (isolamento termico, acustico..), genera una forma in continua evoluzione, che non imita ma partecipa attivamente alle dinamiche ambientali; un’architettura la cui sostenibilità ambientale deriva dalla sua capacità intrinseca, di stabilire interazioni e feedback continui con l’ambiente circostante.
Questo è dovuto dal fatto che l’elemento [bio], le microalghe, hanno trasformato una tecnologia passiva in attiva, evolvendo il progetto come se fosse un essere vivente. Infatti alfie re//skin è formato da un sistema architettonico costituito da una serie di componenti (scheletro, sistema circolatorio e sistema nervoso) aggregati tra di loro in modo da formare una superficie reattiva alle condizioni ambientali.
Il progetto si colloca all’interno dell’ambito di un intervento di retrofit energetico o cladding (relativo a costruzioni ex novo) per facciate opache alla scala architettonica e urbana.
Alfie re//skin è stato pensato come un sistema innovativo per la coltivazione di microrganismi algali all’interno di camere di crescita. I requisiti necessari alla costruzione di questo progetto hanno permesso di acquisire tutta una serie di prestazioni quali l’ombreggiamento, l’isolamento acustico, abbattimento del diossido di carbonio, purificazione dell’acqua etc.
Nello specifico, il sistema tecnologico si avvale di una morfologia geometrica con l’obiettivo di voler migliorare alfie 1.0 attraverso l’utilizzo di software open source come già descritto nelle pagine precedenti.
Oltre a soddisfare requisiti funzionali, creando un involucro che assolve diverse funzioni (isolamento termico, acustico..), genera una forma in continua evoluzione, che non imita ma partecipa attivamente alle dinamiche ambientali; un’architettura la cui sostenibilità ambientale deriva dalla sua capacità intrinseca, di stabilire interazioni e feedback continui con l’ambiente circostante.
Questo è dovuto dal fatto che l’elemento [bio], le microalghe, hanno trasformato una tecnologia passiva in attiva, evolvendo il progetto come se fosse un essere vivente. Infatti alfie re//skin è formato da un sistema architettonico costituito da una serie di componenti (scheletro, sistema circolatorio e sistema nervoso) aggregati tra di loro in modo da formare una superficie reattiva alle condizioni ambientali.
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